La Sicilia è stata nominata Regione Europea della Gastronomia 2025 dall’IGCAT
La Sicilia è stata nominata Regione europea della Gastronomia 2025https://www.regione.sicilia.it/la-regione-informa/sicilia-sara-regione-europea-gastronomia-2025-schifani-riconoscimento-al-governo dall’International Institute of Gastronomy, Culture, Arts and Tourism (IGCAT). La cerimonia ufficiale si è svolta a Catania lo scorso 15 dicembre presso l’Istituto di incremento ippico, alla presenza dell’ assessore regionale Luca Sammartino, la presidente dell’IGCAT, Diane Dodd, e il sindaco di Catania, Enrico Trantino.
La nomination della Sicilia è nata durante lo scorso Vinitaly, sotto la spinta del dipartimento dell’Agricoltura guidato da Dario Cartabellotta ed è stata gestita e promossa dal Consorzio Dos Sicilia (Denominazione di origine siciliana) in stretta collaborazione con il Consorzio di tutela dei Vini della Doc Sicilia (Denominazione di origine controllata), il Consorzio del cioccolato di Modica e con una rappresentanza di istituti alberghieri del territorio.
La Sicilia è caratterizzata dalla presenza di 4 vulcani attivi, 7 aree marine protette e 5 parchi naturali che coprono oltre 84.000 ettari, oltre a 74 riserve naturali e 30 zone di protezione speciale. I suoi 15 parchi archeologici testimoniano l’influenza delle diverse civiltà che si sono succedute nel corso dei secoli. Le 14 isole minori, tra cui gli arcipelaghi delle Eolie, Egadi, Pelagie, Ustica e Pantelleria, aggiungono ulteriore fascino al paesaggio siciliano. Con oltre mille chilometri di costa, l’isola è la più grande e diversificata del Mediterraneo, un crocevia di storie e culture che hanno plasmato il suo patrimonio culturale e le sue tradizioni culinarie.
«I commissari dell’IGCAT hanno vissuto un’esperienza conoscitiva di straordinaria potenza, non solo per la bellezza dei luoghi, l’unicità delle produzioni e la cultura materiale dei territori, ma anche perché hanno potuto verificare la congruità del dossier di candidatura e comprenderne tutte le potenzialità di sviluppo – spiega Vincenzo Russo, professore di Neuromarketing della IULM di Milano e coordinatore scientifico dell’iniziativa – la produzione del dossier è stata caratterizzata da un lungo processo di studio e di analisi perché ha previsto diversi approfondimenti della storia e della cultura enogastronomica siciliana. La prima fase è stata dedicata all’individuazione delle specificità territoriali, ovvero la presenza di elementi unici che differenziano la Sicilia dalle altre regioni come per esempio il più alto numero di ettari coltivati in biologico in Italia la presenza di una potente biodiversità anche garantita dalle 14 piccole isole che la circondano o la presenza di 4 vulcani che ne influenzano la specificità geologica, la presenza di una ricchissima varietà di prodotti agricoli, dai vitigni (più di 70) alle olive, la presenza di 269 tipologie di prodotti tradizionali e innumerevoli prodotti a marchio di origine e così via… la seconda fase ha previsto una minuziosa descrizione del calore delle numerose dominazioni nella produzione gastronomica dai Fenici ai greci dai romani agli arabi e normanni dagli Angioni agli aragonesi e spagnoli finì a curare il calore e il ruolo delle nobili famiglie siciliane e dei loro Monsù”.
Storicamente considerata il granaio d’Italia per la vasta superficie dell’isola dedicata alla coltivazione del grano l’agricoltura nell’isola rappresenta, oggi, circa il 10% del sistema agricolo italiano, raggiungendo quasi il 20% se consideriamo l’intero settore agroindustriale. Al primo posto in Italia per la quantità di terreno coltivato biologicamente e per il numero di addetti nel settore – con 427.000 ettari di terreno e 36 DOP e IGP, 31 vini DOC e DOGC, e 59 prodotti con il marchio QS Qualità Sicura Garantita – il suo punto di forza è la produzione di frutta, in particolare l’uva da tavola, con varietà certificate come l’uva Canicattì IGP e Mazzarone IGP. La Sicilia è anche la prima regione italiana per superficie vitata in biologico, con quasi 98.000 ettari di vigneti. La DOC Sicilia copre l’intero territorio regionale, con 24 denominazioni di origine protetta e 7 IGT/IGP.
Gli agrumi sono fondamentali per l’agricoltura siciliana, con oltre 88.000 ettari coltivati, tra cui 58.000 di aranceti, 21.000 di limoneti e 5.000 di mandarineti. Tra i prodotti di spicco vi sono l’arancia rossa di Sicilia IGP e diverse varietà di limoni IGP. L’olivicoltura è altrettanto importante, con la Sicilia al terzo posto in Italia per la produzione di olio, coinvolgendo 106.000 produttori e 20 milioni di piante. La coltivazione del fico d’India, con varietà certificate come il Fico D’India dell’Etna Dop e San Cono Dop, è rilevante, così come la produzione di nespole e pesche. La regione è nota anche per la frutta secca, in particolare mandorle e pistacchi di Bronte, e per un’ampia varietà di ortaggi, tra cui pomodori e carote con prodotti certificati IGP. Infine, i formaggi siciliani, tra cui il Pecorino siciliano DOP e il Ragusano DOP, rappresentano un altro pilastro dell’agricoltura regionale.
Lo street food siciliano e la pasticceria dell’isola sono due aspetti fondamentali della ricca tradizione culinaria siciliana.
Lo street food siciliano è rinomato a livello mondiale per la sua varietà e autenticità – arancine, crocchette di riso ripiene e fritte, pane e panelle, sfincione, pane ca meusa e stigghiola – piatti, originariamente considerati cibo povero, diventati simboli della cultura gastronomica siciliana.
La pasticceria siciliana, d’altra parte, è celebre per i suoi dolci ricchi e vari: il cannolo e la cassata siciliana, sono tra i dolci più iconici. Il cioccolato di Modica, famoso per la sua lavorazione unica che risale al XVIII secolo e la frutta di martorana rappresentano un altro grande esempio della ricchezza della pasticceria siciliana.
L’assessore all’Agricoltura Luca Sammartino ha espresso grande orgoglio per questo riconoscimento, sottolineando che questo successo è il risultato dell’impegno degli agricoltori siciliani, della bellezza dei paesaggi e alla capacità unica della terra siciliana di raccontare la sua storia attraverso i sapori e i gusti. Sammartino ha, inoltre, rivelato che il governo ha proposto nella legge di Stabilità una norma specifica per la Sicilia come “Regione europea della gastronomia 2025”, con uno stanziamento di tre milioni di euro: un milione per il 2024 e due milioni per il 2025. Questo finanziamento è stato accolto con apprezzamento dalla commissione, dimostrando un sostegno trasversale.