Dalla semplicità dei sapori di Procida alla prestigiosa stella Michelin: la storia di una chef che ha fatto della passione per la cucina il suo marchio distintivo.
In un angolo idilliaco dell’isola di Ischia, all’interno dell‘Excelsior Belvedere, si cela un tesoro culinario: la chef Libera Iovine. Nata e cresciuta tra i sapori e i profumi di Procida, Libera ha sempre avuto una visione chiara della sua cucina: semplicità, qualità e legame con il territorio. “La mia è una cucina semplice, legata al territorio e che non scende mai a compromessi con la qualità della materia prima” – afferma con orgoglio nella nostra intervista. La sua capacità di reinventarsi, pur rimanendo fedele a se stessa, è ciò che la distingue nel panorama culinario. “Con umiltà e abnegazione sono andata avanti per la mia strada, senza mai farmi trasportare dalle mode del momento” – racconta Libera Iovine in un momento di pausa della sua intensa giornata.
Questa determinazione l’ha portata a essere la prima donna in Campania a ricevere la prestigiosa stella Michelin, un riconoscimento che va oltre la semplice abilità culinaria e riflette un impegno costante verso l’eccellenza.
Ma la sua storia inizia a tra i sapori e i profumi di Procida, è in famiglia che Libera impara le basi della cucina casalinga e si perfeziona quando sposa Giovanni, la cui famiglia possiede un ristorante proprio nell’isola: “E’ lì che ho imparato i rudimenti della ristorazione e sviluppato una passione per la cucina che mi ha portata ben oltre le mura domestiche – racconta la chef – è lì che ho capito che volevo fare qualcosa di diverso così, insieme con mio marito, abbiamo deciso di viaggiare, esplorare diverse culture culinarie ed ho iniziato a frequentare alcuni corsi di cucina per affinare le mie competenze”.
Ambrogio – Quando hai ricevuto il tuo primo riconoscimento?
Libera – Devo ringraziare il giornalista di Repubblica Gianni Mura, che parlò della mia cucina per ben tre volte, ma ancora prima, era il 1993, quando a Procida fummo scoperti e sostenuti da Corrado d’Ambra (la storica cantina- ndr), egli non era solo un produttore di vino, ma anche un architetto, ecologista e gentiluomo appassionato della sua terra.
Ambrogio – Negli ultimi anni, la televisione e i social media hanno dipinto l’immagine del mestiere dello chef come una professione avvolta in glamour e successo. Programmi televisivi come “MasterChef”, “Hell’s Kitchen” e influencer culinari con milioni di follower su Instagram e YouTube hanno reso la cucina più popolare che mai. Questa crescente popolarità ha portato molti giovani a sognare di diventare chef stellati, immaginando di lavorare in cucine lussuose. Cosa ne pensi?
Libera – La realtà della professione di chef è ben diversa da quella ritratta dai media. Dietro ogni piatto perfettamente presentato c’è un duro lavoro, dedizione, passione e, spesso, anni di formazione e pratica. La cucina è un ambiente stressante, con lunghe ore di lavoro, ritmi frenetici e la costante pressione di mantenere standard elevati. Non è raro per gli chef lavorare 12-14 ore al giorno, compresi i fine settimana e le festività. La strada per diventare uno chef di successo è lunga e tortuosa, irta di difficoltà e richiede molti sacrifici. Io ho rinunciato ad avere figli perché questo lavoro ti assorbe completamente ed io ho sempre voluto dare il massimo.
Ambrogio – Prima stella Michelin a Ischia al Melograno, storico locale di Forio d’Ischia ora chiuso. Cosa hai pensato quando hai ricevuto la stella?
Libera – Per me è stata una sorpresa incredibile. Quando mi hanno telefonato per dirmelo non potevo crederci, una vera emozione! Cucinare per diverse persone è sempre molto complesso, non possiamo piacere a tutti, per questo per me è sempre stato importante l’apprezzamento del cliente, è quello per me il vero premio.
Ambrogio – La tua cucina è un mix tra tradizione e innovazione. Quali sono i piatti che ti rappresentano di più?
Libera – Amo profondamente la tradizione, ma mi piace anche reinventarla. Sono molto curiosa e questo mi porta ad esplorare sapori da inserire nei piatti della tradizione ischitana. Ad esempio, in questo periodo stiamo servendo calamaretti con gateau di patate e friarelli stufati. Mi piace giocare con i piatti tradizionali, aggiungendo sempre un tocco personale, la tradizione è la base, ma l’innovazione è ciò che rende ogni piatto unico.
Ambrogio – Lavorare in un luogo prestigioso come l’Excelsior Belvedere deve presentare delle sfide. Qual è stata la più grande nella tua carriera?
Libera – L’Excelsior Belvedere è stata una delle sfide più grandi. La necessità di cambiare il menù ogni giorno, di fare riferimento al mercato locale e di soddisfare una clientela esigente è molto impegnativo. Ma ogni sfida mi ha permesso di crescere e di affinare le mie competenze.
Ambrogio : Per concludere, qual è il tuo dolce preferito?
Libera: Senza dubbio il babà. È un dolce che mi riporta ai sapori della mia infanzia e alle tradizioni di Ischia e Procida.