Dalle radici medievali alle conquiste moderne: storia della distilleria Russo
Forse non tutti sanno che la Sicilia è la prima regione italiana per numeri di iscritti all’ANAG, l’Associazione Nazionale che riunisce gli Assaggiatori di grappa ed acquaviti: 162 associati tra Catania, Ragusa, Siracusa, Palermo, Vittoria, Modica, Alcamo e Castellammare del Golfo, questo per sottolineare una Sicilia dei distillati che comincia a farsi notare. Si pensi che all’ultima edizione dell’ Alambicco d’Oro le distillerie siciliane hanno ottenuto grandiosi risultati, tra queste le Distillerie dell’Etna dei Fratelli Russo ha conquistato la medaglia d’oro con la Grappa dell’Etna.
La storia dei distillati in Sicilia risale al Medioevo quando gli arabi conquistarono l’Isola e introdussero, tra le altre cose, alambicchi, storte e calderoni per produrre distillati a scopi medicamentosi, grazie a conventi e monasteri avviene la trasformazione in rosoli, liquori ottenuti dalla macerazione di petali di rose, fino ad arrivare agli spirits siciliani odierni.
E proprio nel 1870, ai piedi del vulcano siciliano, a Santa Venerina, era nata questa piccola azienda di famiglia, la Distilleria dell’Etna, che si occupava di trasformare i sottoprodotti della vinificazione. Con il tempo e il miglioramento dei mezzi di trasporto, la raccolta si spostò lontano dall’hinterland, raggiungendo perfino i luoghi lontani più lontani della Sicilia. Negli anni ‘50, il coraggio imprenditoriale di Giuseppe Russo trasforma un’azienda in un vero e proprio brand, capace di competere con le grandi aziende nazionali, a cui finora il prodotto era stato venduto sfuso. Il Brandy, il Distillato del Vino Siciliano, le grappe, l’acquavite del frutto tipico del ficodindia diventano, negli anni 60, prodotti con un’identità specifica, unica, che parlano della Sicilia e delle eccellenze firmate Russo Distilleria.
La Distilleria F.lli Russo produce oggi 11 Grappe, di cui 9 monovitigno, 1 acquavite di ficodindia e 2 Brandy di vino: il processo di distillazione, perenne, avviene attraverso un sistema di nove colonne in rame, alcune delle quali, rivestite in acciaio, distillano sottovuoto, ad una temperatura talmente dolce che la grappa prodotta, sgorga mantenendo tutte le caratteristiche organolettiche ed olfattive delle vinacce di provenienza. Una volta disalcolate, dalle vinacce si ricava un liquido alcolico, la flemma, che ha una gradazione intermedia, pari a circa 25°. È la flemma ad essere immessa nelle colonne di Distillazione Russo Siciliano e attraverso la cosiddetta distillazione frazionata (sistema complesso di continua evaporazione e condensazione) la flemma inizia il suo percorso verso la produzione del nobile distillato della grappa.
Da qualche mese l’azienda etnea è entrata, come rappresentante della Sicilia, nel Consorzio Nazionale di Tutela della Grappa: – “Siamo orgogliosi di questo riconoscimento – racconta Anna Maugeri Russo, mente e cuore pulsante dell’azienda – l’ingresso nel Consorzio è una tappa importante per noi, oggi la Distilleria Russo è attualmente l’unica, in tutta la Sicilia orientale, a distillare in proprio. Noi produciamo undici grappe monovitigno e andiamo alla ricerca delle vinacce migliori, nei luoghi più impensabili”.
Le grappe e i distillati Russo vengono esportati in gran parte dell’Europa, in Canada, Giappone, Brasile, Colombia, in Sud Africa, in Australia e in molti altri paesi.
Grazie a questo nuovo imprinting femminile l’azienda oggi manifesta un rinnovamento all’insegna dell’inclusione e della sostenibilità “L’impresa è un organismo vivo che deve dialogare con il territorio, con l’habitat in cui vive – spiega Anna Maugeri Russo – noi collaboriamo con l’Università di Catania e vogliamo realizzare una vera e propria accademia, qui a Santa Venerina. La distilleria Russo rappresenta un pezzo di storia, e vogliamo che sia aperta alla formazione di studenti, per essere punto di riferimento anche per altre aziende. La cultura deve essere un valore condiviso anche dalle imprese del territorio”.
Le Distillerie Russo si fondano su una ricerca accurata delle materie prime locali: dal Limone Igp dell’Etna per il limoncello e succo 100% di fico d’india per l’Acquavite di fico d’india. Il prodotto di punta è Zagaro, prodotto grazie all’infusione in alcool di Arance di Ribera Dop ed erbe dell’Etna, che può essere gustato sia da solo o personalizzato con i diversi profumi di InVento, una nuova linea di diciotto profumi essenziali edibili dalle note fruttate, floreali e speziate. E poi c’è l’ultimo arrivato, presentato in anteprima al Vinitaly 2022, Bianconeve, una delicatezza al sapore di cannolo siciliano, un liquore candido come la neve, dove l’alcool incontra il la ricotta e la panna.
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